“Il governo si muova per difenderci dai falsi”
Un accordo dentro il Wto per difendere il settore alimentare italiano dall’assalto dei falsi. La Coldiretti chiede che il governo Letta, con le ministre Bonino e De Girolamo in prima fila, lavori per la firma di un patto internazionale per la tutela delle denominazioni dai falsi marchi italiani che spesso “suonano italiano”.
“Bisogna combattere un inganno globale per i consumatori – incalza l’organizzazione agricola – che causa danni economici e di immagine alla produzione italiana sul piano internazionale cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni dai falsi, ma è anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti alimentari come previsto dalla legge approvata all’unanimità dal Parlamento italiano all’inizio della legislatura e rimasta fino ad ora inapplicata”.
Proprio l’ultimo “scandalo” che ha riguardato il mondo del vino, ha dimostrato l’impotenza dei produttori italiani di fronte al diritto internazionale.
Coldiretti stima che nell’Unione europea almeno venti milioni di bottiglie all’anno di pseudo vino vengano preparati con semplici polveri che promettono di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette più prestigiose, Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano. “L’annunciato blocco delle vendite in Gran Bretagna prima dell’estate, a seguito della positiva azione dell’Interpol, sollecitata dalle autorità italiane, non ha avuto il risultato sperato perché le ditte produttrici si sono limitate a cambiare i nomi e così il Barolo è diventato Barollo, il Brunello di Montalcino ora si chiama Monticino, il Valpolicella divenuto Vinoncella mentre il nuovo nome del Chianti è Cantia che suona molto simile con la pronuncia inglese. Anche in questo caso l’inganno è globale con le ditte produttrici che si trovano negli Usa ed in Canada, ma anche in Svezia dove i wine kit che dichiarano di ottenere in soli 5 giorni, in casa, Lambrusco, Sangiovese o Primitivo, sono stati venduti addirittura con i marchi Cantina e Doc’s”.